Page 7 - PortoTorres
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L’ETÀ CONTEMPORANEA
Durante la prima metà del Novecento, all’economia
prevalentemente legata all’agricoltura e in parte alla pesca,
si aggiunge l’esportazione di minerali di ferro estratto nella
vicina miniera di Canaglia, già utilizzata in età romana (in quel
periodo il centro si chiamava probabilmente Tilium). La miniera
fu collegata a Porto Torres da una ferrovia a scartamento
ridotto che assicurava l’arrivo del minerale presso il sito di
Ponte Romano, sezione staccata della “Società Siderurgica
Mineraria Ferromin” che gestiva Canaglia. Di questo sito
sono ancora oggi visibili alcune strutture come due torri,
silos in trachite per la raccolta del materiale che veniva poi
convogliato in un elaborato sistema di gallerie sottostanti
(ancora esistenti) e sistemato su carrelli che tramite una
teleferica volante giungevano presso il pontile di imbarco
(banchina della teleferica presso l’attuale palazzina della
finanza) dove il minerale veniva caricato su piroscafi diretti alle
fonderie della penisola. Nel 1962 Porto Torres fu dichiarata
zona di interesse regionale e nucleo di industrializzazione,
diventando subito sede degli stabilimenti petrolchimici della
Sarda Industria Resine (SIR). La nuova industria chimica segnò
da quel momento in poi un radicale cambiamento economico-
sociale, nonchè urbanistico, della città, destinata a diventare
uno dei centri più importanti dell’industria petrolchimica sarda
come dimostra il veloce incremento della popolazione che
passò, dal 1961 al 1971, da circa 11.000 a 15.000 abitanti.
Oggi la città rappresenta una delle mete più interessanti del
nord-ovest della Sardegna. Offre al visitatore gradevoli percorsi
nel centro, presso i caratteristici negozi di prodotti e artigianato
locale e sul lungomare dove, a conclusione di una piacevole
passeggiata, si possono ammirare la chiesetta di San Gavino
a Mare sulla rupe di Balai (presso la caratteristica spiaggia)
e, percorrendo la pista ciclabile, la chiesetta di Balai Lontano,
dove la tradizione colloca il luogo del martirio dei tre patroni
turritani, Gavino, Proto e Gianuario per i quali si celebra la
festa popolare durante il sabato,
la domenica di Pentecoste ed il
lunedi (Festha Manna). Nell’arco
costiero del Golfo dell’Asinara
nel quale sorge Porto Torres
sono presenti lunghi tratti di
arenili ideali per la balneazione
e pittoreschi tratti costieri di
falesie calcaree interessati dalla
presenza di numerose grotte
marine, percorribili agevolmente
con piccole imbarcazioni.

ETÀ ARAGONESE, SPAGNOLA E PIEMONTESE
In seguito alla dominazione aragonese (1323-1479), e dopo
che nel 1441 fu trasferita la sede dell’arcidiocesi da Porto
Torres a Sassari, la città divenne spagnola e perse la sua
iniziale vitalità anche a causa della diffusione della malaria.

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